lunedì 28 giugno 2010

Mamma, conosco una ragazza molto più disordinata di me.

Non voglio fare nomi, non voglio dire cose inutili e di rito, voglio soltanto arrivare al dunque, al nocciolo dei fatti: conosco una ragazza molto più disordinata di me. E questo è un bene, perchè quando guardo di sbieco, dalla porta, la mia stanza di 1 metro quadrato, il fatto di avere un termine di paragone di cotanto livello mi fa passare subito la voglia di raccogliere i libri, i calzini e le bottigliette d'acqua vuote da terra. In un attimo la mia stanza diventa un piccolo porto sicuro, un luogo incontaminato dalla voracità del caos, poi smetto di raccontarmi queste cazzate e raccolgo tutto, anche le mutande che inspiegabilmente sono finite sotto l'armadio.

Tornando alla ragazza più disordinata di me, beh, approfondiamo il discorso "la sua stanza" con una breve descrizione, che spero possa offrire anche a voi, folla di quattro lettori, un buon motivo per sentirvi delle belle persone emancipate.

Per parlare con cognizione di causa di questo antro malefico ho dovuto concedermi un sopralluogo, durante il quale, munita di taccuino ho annotato le cose che mi sembravano più interessanti per farmi stare bene con me stessa.
Inanzitutto il pavimento non esiste più, al suo posto, al posto del parquet, la ragazza più disordinata ha scelto di disporre, con un suo gusto arbitrario, tutti i vestiti smessi di giorno in giorno, ed è così che scavalcando una maglia a righe, superando un vestito a righe e rimanendo intrappolata in una canottiera a righe, sono arrivata al letto, vicino al quale giacciono come animali stanchi due calzini, a righe, in un sonno senza fine. Cambiando prospettiva dunque, guardando la stanza dal letto, ho notato che non sono solo i vestiti a farla da padrone, signori e signore, all'angolo sinistro infatti scendono in campo le scarpe: inspiegabilmente con un solo colpo d'occhio scorgo almeno quattro diversi modelli, quattro singole calzature di cui del compagno non vi è traccia. Buttando un occhio a destra noto che anche le borse, all'incirca una trentina, mi sorridono ammiccando, chi in vimini, chi in cotone, chi in pelle, chi in plastica, in un angolo, timida e dallo sguardo adolescenziale. Continuando potrei dirvi che l'intera scrivania è ricoperta da pantaloni, felpe, vestiti, che il ripiano dei trucchi è glassato di collane, bracciali, orecchini, cerchietti, orecchini, collane, cerchietti, pinzette, orecchini, collane, bracciali orologi, ma quello che mi preme di più è parlare delle COSE.

Si, in questa stanza vi saranno all'incirca un centinaio di cose, scatole di fiammiferi, scatole di caramelle, scatole di latta, pezzi di carta buffa, pezzi di carta bella, animali di legno, Elvis dondoloni, un piccolo set da cucina fatto di gomma per cancellare, un paio di fiori di plastica, un temperino a forma di conchiglia, un inutile oggetto a forma di palla, un cervo di plastica, un teatrino di sughero, un tappo di birra fatto a spilletta, una carta da gioco, un dolce giapponese dalla forma lunga e sottile mai aperto, l'incarto di una confezione di mandorle, una chitarra gonfiabile zebrata, una paperella di gomma grossa come un amplificatore, una cartolina reclamizzante un deodorante per ascelle che rallenta la ricrescita, la carta regalo di un regalo che non le è piaciuto, un pupazzo a forma di cane di pezza verde chiamato inspiegabilmente "cane verde"e potrei andare avanti così, in lungo ed in largo, elencando cose su cose di cose con cose che sembrano cose inutili e lo sono, ma nascondo quel fascino perverso a cui il collezionista di cose non sa resistere. Quando vede una cosa, deve essere sua. Che sia un tegame di plastica per bambini o una penna con 18 colori, che sia un libro di anatomia o un vero osso delle dita della mano del 1950 non importa, lo vuole e pagherebbe anche tutto l'oro del mondo pur di arricchire la sua sterminata collezione di cose. Inoltre il collezionista di cose e la persona molto disordinata spesso vivono stretti nello stesso corpo ed è così che, se guardi una stanza e ti sembra che dentro vi si esplosa una bomba di maradona contenente tutte quelle cazzate che hai sempre ritenuto inutili e buttato (mai farlo davanti ad un collezionista di cose, potrebbe scoppiare a piangere e trovare nella carta del pane una pieghetta che fa sembrare la stessa carta un viso e costringerti a non buttarla), beh sappi che ti trovi davanti al peggio del peggio: il disordinato collezionista di cose.

Bene, credo che questo sia sufficiente per allontanare anche oggi l'incubo di raccogliere tutti gli stracci neri che coprono il mio parquet, per ammonticchiare tutti i libri decidendo se tenere o meno la biografia di Jenna Jameson vicino a letto, per raccogliere tutti i fazzoletti usati, per suddividere i calzini da quelli che hanno un compagno a quelli che ormai quel compagno non ce l'hanno più perchè, si sa, che le storie d'amore non durano nemmeno tra la biancheria.


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