mercoledì 10 novembre 2010

OCCHI DI CANE AZZURRO

Domenica ho iniziato a leggere il mio nuovo libro da comodino. A dirla tutta ci ho provato, infatti, superate le prime tre pagine sono caduta in un profondo stato di incoscienza e paralisi momentanea fatto di strane immagini allucinatorie. L'incubo in questione mi affligge in tutti i suoi significati da alcuni giorni e, con il timore di dimenticare i dettagli di questo sogno lynchano, ho deciso di trascriverlo sul mio personale taccuino.


Ero in una stanza con molte altre persone e ad un certo punto, mi toglievo i bulbi oculari. I miei occhi non erano però gli occhi di una persona umana ma ricordavano quelli delle bambole, cosicchè l'operazione risultava molto meno macabra e molto più plastico meccanica. Toglievo i miei occhi e me li mettevo nella tasca dei miei pantaloni. Ad un certo punto una ragazza arrivava e mi dava i suoi, li prendevo e li mettevo in tasca, e poi un ragazzo, e poi un altro, e poi un altro ancora, ed io continuavo a mettere in tasca. Ad un certo punto, nonostante continuassi a mantenere un contatto visivo con il mondo, decidevo che era tempo di rimettersi gli occhi. Frugavo nella tasca e mi accorgevo che questa era bucata. L'inizio della fine. Ho passato il resto della notte ad estrarre occhi e a provarli senza mai più riuscire a trovare i miei. Alcuni erano troppo piccoli, altri troppo stretti, altri non erano in coppia, altri mi stavano male. Poi mi sono svegliata.

Ho subito pensato a quel racconto di Marquez che dà il titolo al mio post, ma poi la razionalità ha avuto il sopravvento e le Guide di Supereva.it mi hanno illuminato:
"Vedersi nei sogni senza occhi, essere ciechi o orbi, è sempre legato all’incapacità di scorgere qualcosa che ci riguarda, non capire ciò che sta accadendo o rifiutarne la consapevolezza."
Grazie Supereva, mi sei stata chiaramente di aiuto, peccato che tu non possa offrirmi spiegazioni altrettanto illuminanti sul incontro amoroso con Al Pacino della scorsa notte.





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