Odio non poter pranzare a casa, lo odio perchè odio i panini quasi quanto odio la pasta che spesso mi sono sentita di descrivere come "pane con qualcosa". Non potendo mangiare nella mia accogliente cucina dalle pareti gialle con le finestre enormi e non volendo quindi andare per panini al bar vicino alla Biblioteca dove tutti mi chiamano "cara" ho ceduto e deciso di portarmi la schiscetta da casa. La prima volta è stato terribile. Preparavo il mio pranzo (farro, zucchine e fontina) bevendo il tazzone di caffè delle 10 e pensavo "perchè? Dio perchè? Sono stata relativamente buona, perchè mi spingi a fare questo? Perchè mi vuoi rendere come tutti gli altri? Come quelli che alle 13 aprono un borsone da viaggio e, stendendo una tovaglia formato fazzoletto di carta Tempo, imbastiscono un banchetto degno di un re? Io sono una persona migliore". Ho sofferto, lo ammetto, ho titubato, mi sono sentita a disagio, ma ora è tutto diverso.

Ora che sono del loro partito (da ben tre giorni!) mi sento di poter dire "Ragazzi, siete sempre stati i migliori, scusatemi". Perchè mangiare qualcosa che non sia un panino a pranzo è STU PEN DO, ti dà la sensazione di essere una persona migliore, adulta, di preoccuparti per te stessa, di aver raggiunto un altro livello di consapevolezza. Certo, magari, ecco, limitare i contenuti, gli odori, le proporzioni, evitare alcuni alimenti specifici che quasi sicuramente si infileranno tra un dente e l'altro nei mircoscopici spazi della bocca non sarebbe una cattiva idea, ma su questo ho deciso di chiudere un occhio, anche perchè sto seriamente valutando la possibilità di adottare la soluzione successiva: spazzolino al lavoro.
Però ragazzi il caffè alla macchinetta non lo prenderò mai.
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