
I dettagli sono tutto, molte volte ho dimenticato un viso, ma non quel particolare che aveva attirato la mia attenzione. A volte vorrei continuare a guardare quella piccola porzione di volto per ore, ma ho paura che il proprietario si indispettisca, quindi mi accontento di pochi secondi, sperando che la mia mente non dimentichi troppo in fretta. Un tempo disegnavo tutto su un taccuino, ora lo faccio di rado, perchè quel taccuino ha preso la pioggia e dei dettagli non è rimasto nulla, se non le sbavature dell'acqua sulla carta gialla. Per questo ora cerco di imprimere nella mente i dettagli, pensando che prima o poi potrebbero tornarmi utili. I luoghi in cui mi nutro di più di pezzi di volti sono essenzialmente tre: i treni, l'università e il parco. In ognuno di questi posti la mia vista ha un raggio di azione ben definito e il mio sguardo una durata che non può sgarrare, un secondo in più sarebbe la convalida, per la persona presa in esame, della mia più totale e consapevole follia (nel caso di un ragazzo estremamente brutto anche la mia condanna ad un flirt indesiderato). Il dettaglio che maggiormente colpisce la mia attenzione è il naso. Non ho mai capito se questo dipenda dal fatto che il mio naso è orrendo e quindi cerco negli altri un riscatto, o se, come sempre, non vi sia una spiegazione freudiana alla cosa che mi porterebbe inevitabilmente a dire che voglio andare a letto con mio padre e uccidere mia madre, oppure che voglio andare a letto con mia madre e uccidere mio padre, oppure che il naso è un richiamo fallico e quindi ho l'invidia del pene, oppure che è un richiamo fallico e sono sessualmente spigliata. Non lo voglio sapere, non credo a Freud, non sono una pervertita, però io alcuni nasi li mangerei. Più sono grossi, storti, smussati, rotti, allungati, strambi, e più non riesco a smettere di guardarli.
Se posso poi, ovviamente, li disegno, ma non è più fondamentale, ormai sto lentamente migliorando. Oggi, ad esempio, a lezione, ne ho disegnati soltanto 6. Ah, in aula eravamo in 7.
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