martedì 27 aprile 2010

Affari di famiglia

L'uomo è in grado di vivere nel suo habitat di uova, tonno, affettato e birra per molto tempo. Non hai interessi nel cercarsi una compagna di vita, nè tantomeno a variare la sua dieta alimentare. Dieta che lo condurrà inevitabilmente a 50 anni ad avere il fegato a puttane. L'uomo solo esce con la "cricca", guarda la tv fino a tardi, pulisce poco e se può tiene gli stessi vestiti il più a lungo possibile per evitare di dover avere a che fare con il triangolo della morte: lavatrice-stendino-ferro da stiro. L'uomo solo nella sua solitudine maschile sta bene, si scaccola, rutta, scorreggia e legge molte riviste, soprattutto quando si deve concentrare per espellere tutto ciò che è riuscito ad inghiottire nell'arco della giornata. L'uomo solo ha un sogno: una barca. Col passare degli anni il suo sogno si ridimensionerà fino a raggiungere, negli uomini soli facoltosi "la casa al mare", in quelli meno "le vacanze di due settimane all'anno in liguria con moglie sfondata e bambini".

La donna sola è zoccola. Molto spesso, se in gruppo, è anche dannatamente competitiva (ho appurato che questo vale soprattutto per le donne del segno della Vergine all'interno di gruppi con prevalenza femminile) tanto da passare tutto il proprio tempo a truccarsi, pettinarsi, acconciarsi, agghindarsi, agghingondarsi, farsi bella per un l'uomo dei suoi sogni. Una volta ottenuto lo scopo, accalappiato il marito, la ex donna sola, dopo una vita di stenti, diete e privazioni, si lascia andare, le esplodono sedere e caviglie e quando può, per sollevarsi dal crescere bambini che in fondo non voleva, si fa foto sexy o partecipa a programmi quali "Italia's got talent" spogliandosi in tutta la sua taglia 52 davanti ad un Rudy Zerbi facilmente impressionabile e ad una Maria De Filippi attratta dal fenomeno da baraccone.


Dopo il matrimonio ciò che tiene unite uomini soli e donne sole è il poter far ricadere, da un lato, tutte le colpe della propria frustrazione sul proprio compagno, dall'altro la spalla di appoggio e di sostegno che trovano nelle altre coppie con cui legano indissolubilmente fin dai primi anni di fidanzamento. Una coppia non è una coppia se non ha una coppia di amici con cui trascorrere la domenica pomeriggio, le vacanze, a cui far vedere le foto del diploma del figlio o a cui far assaggiare il nuovo sugo al brasato che si è imparato a fare da un giornale di cucina molto quotato. Balle.

Grazie a Dio ci sono anche eccezioni, mogli e mariti che vivono bene la propria solitudine e scelgono come unico svago e strumento di relazione sociale una casa in campagna in cui ospitare gli amici un weekend al mese, un torneo di burrako che li impegna per meno di un'ora alla settimana, la piscina, in cui non invitare nessuno, se non sotto costrizione o in cambio di favori di vario genere (matrimoni combinati, azioni, consigli sui bot, giri in barca, buona cucina). Questo genere di coppie sono le mie preferite, quelle dove il vivere "insieme per tutto il resto della vita", non vuol dire "vivere con le coppie formate dalla fusione della cricca e di quelle quattro zoccole delle tue amiche".

Tutto questo per dire che anche plurisessantenni si può continuare ad essere sposati e felici, basta saper tenere la segretaria arrivista lontano dall'ufficio del proprio marito, evitare la doppia coppia e non farsi venire il culo sfondato dopo la prima gravidanza.

Io per quanto mi riguarda sono a posto.

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