Una battaglia persa

Sto combattendo con l'ultima zanzara della stagione. Lo sto facendo da 47 minuti. Lei non mi dà tregua, non mi permette nemmeno di ribattere. Si aggira intorno alle mie orecchie, subdola e quasi silenziosa. A nulla valgono i miei tentativi, è astuta, ma di questo non c'è da meravigliarsi trattandosi di una zanzara superstite dei primi di ottobre. Mentre cerco di ucciderla, sfoderando anche la mossa alla karate kid, tutta la casa intorno a me dorme. Non avendo nessun buon film a disposizione e non essendo ancora uscite le ultime puntate di quelle stupide serie che da buona nerd seguo, decido di affrontare di mia volontà una conversazione su skype. Ultimamente odio parlare a lungo in chat. Il dialogo è senza pretese, ma all'improvviso, un argomento ne tira fuori un altro ed eccomi a parlare dei miei amori nel tragico e travagliato periodo che va dai 12 ai 18 anni. Un vero incubo.

Dopo aver guardato le loro foto su quel noto socialnetwork su cui alcuni fanno anche gli incubi, la domanda sorge spontanea: perchè?

Non voglio tediarvi con inutili carrellate commemorative. Ma vi basti lui.

Si, proprio lui, il PRIMO GRANDE AMORE.

Avevo 12 anni ed ero più o meno come la ragazzina sopra, lui ne aveva 15, io lo amavo alla follia, era bellissimo con capelli neri ed occhi di ghiaccio, un Raoul Bova dei poverissimi ma sempre un Raoul. Aveva tutte le ragazze ai suoi piedi ed un motorino sempre acceso sotto il culo. Io lo amavo. Lo amavo davvero. Ma lui non mi si filava, anche perchè in tutta onestà, ero un bel cesso. Una battaglia persa. Abitavamo ad una casa di distanza, lo vedevo sempre, lo spiavo. Tutti gli amici maschi con cui giocavo a nascondino nel parco (ero una bambina molto matura) erano suoi amici, ma a lui, di me, gliene importava un bel niente. Giocava con le macchine elettriche e limonava duro di nascosto con procaci brianzole. Mi sono sempre immaginata come sarebbe stato essere quella mora tettona che sbaciucchiava in garage. Beh, ora, grazie a questa sera, è tutto passato.

Chiaramente è quello di destra.