venerdì 5 novembre 2010

VELVETTIANI

I velvettiani sono quelli che ogni venerdì vanno al Velvet, che ci sia indie, che ci sia dark, che ci sia pop, che ci sia metal, che ci sia psichedelia, loro vanno al Velvet. C'è quello con la montatura degli occhiali molto grande e spessa, alto alto e tutto appuntito, che assomiglia un po' a Nanni Moretti, c'è quello coi baffetti dallo sguardo subdolo e al tempo stesso malinconico, come se dietro quella maglietta righe celasse una nausea di altri tempi, c'è quella romantica che se le mettono una zarrata balla come un'ossessa dimenando la sua lunga treccia, c'è quello sardo e quella che viene dal nord est, c'è quello che ha la mascella come Robert De Niro e il ciuffo in testa come quello di quel telefilm in bianco e nero con molti bambini, c'è quella che balla con le braccia ad angolo e il culo in sù, c'è l'ebrea, c'è il biondo che intorno alle 4 ha lo sguardo pesce martello, c'è il venditore di rose, a volte c'è quello pazzo che non riesce a stare in piedi e cade in continuazione, c'è la dj entusiasta scosciata, capita che passino anche il siciliano con il cappello ed il chitarrista di quel noto gruppo milanese che di lavoro produce vino, c'è quello che balla molto bene ma se glielo dici nega, ci sono random quattro o cinque ragazzi erasmus che non sai perchè sono lì e soprattutto perchè stiano pogando sugli Smiths, c'è quella che sembra Hitler, a volte c'è qualche ricchione dal più intellettualoide al più modaiolo, ci sono quelli che stanno sempre fuori e quelli che in realtà vanno lì perchè è vicino a casa, ci son due o tre frikkettoni di altri tempi, c'è quello che sembra anziano ma poi si strappa la maglietta ed inizia ad urlare, se butta bene c'è il teddy boy, se butta male c'è quello che mentre balli te lo appoggia. E poi ci sono io, che al Velvet ci vado perchè è un po' come stare a casa a guardare il Grande Fratello, col divano comodo e la sigaretta facile.


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