mercoledì 11 maggio 2011

In ricordo di quel viaggio Torino-Salerno con il giocatore di football e l'omosessuale.

Questo post è dedicato a due persone che con me qualche anno fa hanno condiviso un viaggio senza fine, così lungo e drammatico da costringerci a fabbricare della carte da gioco (ricordo ancora con passione il re Baffo detto "il ragioniere"), una discesa dal rigido nord allo spumeggiante sud fatta di personaggi buffi che volevano fare con noi le parole crociate senza avere alcun tipo di cultura generale, uomini che russavano a bocca aperta, nonne che trasportavano cacciotte e mozzarelle, bambini con giochini dalle suonerie inquietanti, suore e disperazione.



I treni sono il posto che amo di più, non capisco se questo dipenda dalla frequenza con cui mi tocca prenderli o se sia semplicemente una passione come un'altra. Gli aerei non mi danno la stessa soddisfazione, nemmeno gli autogrill o i centri commerciali. I treni sono il posto dove per combinazioni assurde puoi incontrare il tuo ex compagno di liceo, che non vedi dall'estrazione per l'orale di maturità, che torna, proprio come te, dal Sud, indossando però l'uniforme da cadetto. Sono i posti dove la studentessa di farmacia studia con la penna di Hello Kitty e lo scugnizzo napoletano, parlando con il suo amico al cellulare, dice “Se metti impegnato su feisbùk 'e femmn ti scrivono di ppiù”. I treni sono posti di bambini urlanti e aria condizionata che ti farà urlare per l'emicrania. Sono il luogo dove mentre uno ti fissa l'altro prova tutte le suonerie del cellulare e il terzo vuole a tutti i costi parlare con te. I treni sferraglianti a scompartimento poi sono un esperimento sociale di convivenza forzata, e per quanto mi riguarda la mia convivenza è da sempre forzata con persone molto grasse: donne, uomini, bambini, anziani, giovani, stranieri, italiani, genovesi o palermitani, tutti quelli che condividono lo scompartimento con me sono sempre grassi, soprattutto se è estate e l'intercity plus si concede il lusso di non far funzionare l'aria condizionata ed avere i finestrini bloccati. Non ci credete? Breve report di oggi.
Sono salita e nello scomparimento c'era la sosia della Lecciso, grassa, con bambino soldatino, grasso, entrambi di Salerno, scugnizzo dal visto rotondo dei quartieri spagnoli con scarpa Calvin Clain ed orologio dai quattro quadranti, signore greco che faceva le parole crociate in greco con canottiera e braccia pendule e signorotto genovese che per pranzo ha mangiato un'intera scodella di pasta fredda, un panino, un tramezzino, un pacco di tuc e due bottiglie di coca cola. Vi state ancora domando se fosse grasso o magro?

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