giovedì 23 giugno 2011

Odio la sindrome premestruale.


Oggi sono molto sensibile, così sensibile che ho quasi pianto dal macellaio. Molti di voi penseranno "Ecco la solita che si fa le canne e poi se ne va in paura del panettiere!" (perifrasi volta ad indicare lo stato di più totale paranoia data dall'uso smodato di erba che portò, anni fa, un mio carissimo amico, che chiameremo Marco O., ad aver paura del signor Luigi, che per inciso fa la focaccia più buona di tutta Torino.). Quindi vi smentisco subito e vi dico che io di canne non ne fumo, proprio per evitare suddetta condizione di ansia, respiro affannato, paura del prossimo e sudore freddo. Detto questo oggi ho quasi pianto dal macellaio, e non è perchè ho visto un coniglietto squoiato (in quel caso penserei semplicemente "Che buono con il limone!") o qualsiasi altra sembianza di animale, né tantomeno perché al momento di pagare la mia carta risultasse clonata costringendomi ad una pessima figura sociale. Oggi ho quasi pianto dal macellaio perchè il signor Lorenzo, il mio taglia filetto di fiducia, prendendo spunto dalla maglietta che indossavo, che presenta serigrafato un simpatico barbagianni, mi ha raccontato la triste storia del suo gufo, dicendo più o meno così:
"Una volta ho trovato in giardino un gufo caduto dal ramo, era piccolo nè, allora l'ho preso, e stava bene, non stava mica in gabbia era libero in un solaio, poi però, dopo qualche mese è morto. Non so come mai."

Ora immaginate me, con in mano due etti di prosciutto crudo che trattengo le lacrime cercando di non sembrare deficiente. Ovvero, odio la sindrome premestruale.


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