mercoledì 5 ottobre 2011

100

La prima volta ci sono andata con mia mamma, avevo dieci anni e nessuno che volesse venire con me perché ero una bambina con evidenti problemi relazionali rintracciabili nel fatto che non avessi amici al di là di Matteo Cerro, il ragazzo che abitava davanti a me e per cui nutrivo una cotta inspiegabile (per altro Matteo se mai leggerai questo post sappi che ho molestato ogni tuo omonimo su Facebook). Di quella prima volta non mi ricordo molto, se non che avevo pensato, giorni dopo, che a me, quel Leonardo lì non era piaciuto poi tanto e che lei era grassa con le tette pronte ad esplodere in quel corpetto senza via d'uscita. Qualche anno dopo, durante un'assemblea scolastica ho visto quello che succede sempre nelle ultime file al buio della sala: uno dell'ultimo anno palpeggiava una dell'ultimo anno mettendole diciotto centimetri di lingua in bocca, proprio mentre stavano proiettando un film della Pixar di cui non ricordo il titolo. La cosa mi aveva scioccato e potrei tranquillamente descrivere entrambi e come la mano di lui agiva indisturbata sotto la maglietta di lei, che era sottile e verde ospedale. Il film non mi aveva colpito, ricordo solo che c'erano dei giocattoli soldato, però, per anni, ho desiderato limonare così. La cosa si è realizzata dopo un po', forse complice il fatto che da bambina problematica ero diventata una ragazza problematica che veniva da un'altra città. Durante il liceo ci sono andata spesso, ma il ricordo vivido è di quella volta che il mio migliore amico dell'epoca mi ha costretto ad andare a vedere il terzo capitolo di una saga senza aver visto i primi due. Mi sono addormentata e svegliata alla fine con un tremendo dubbio in testa: perché un treno era entrato in una casa? Bah. Poi ci sono state tutte le volte dei festival da radical chic, tutte quelle di pomeriggio da sola, quell'unica volta in cui sono dovuta uscire dal cinema (un pescegatto che si scopa una principessa è troppo anche per me), le volte che dicevo agli altri che andavo al cinema invece uscivo di nascosto con lui per non farmi beccare da mia madre, la volta che sono andata per il mio compleanno in compagnia di qualche ricchione a cui però, stranamente, il seguito di quel film non è piaciuto (esluso il momento con Liza Minelli), i 100 film visti a casa che puntualmente se sono in televisione si beccano già iniziati e se sono scaricati sono in una lingua incomprensibile o privi di finale, quella volta che ho scelto il film partendo da una pila interminabile e alla fine si è optato per il burro, tutte le volte che, insieme a Giulia sul divano, ho visto il film dove Nicolas Cage fa il panettiere senza mano, e quella in cui ho rischiato di rimanere intrappolata dentro al cinema perché aveva iniziato a nevicare forte e i tuoi tergicristalli non funzionavano. Quella, tra tutte, è stata sicuramente la più bella, nonostante fossimo andati a vedere un film i cui protagonisti si chiamavano Berni e Patani.









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