giovedì 7 aprile 2011

Non mi fido delle persone grasse, tranne che di lui.

Non mi fido delle persone grasse perchè tendenzialmente sono cattive.
Per un'adolescenza difficile, perchè tutti li hanno sempre considerati simpatici, perchè i vestiti gli stanno male. Tutti tranne lui. Tranne Gerry Scotti che qua vediamo in uno scatto dell'infanzia. Gli voglio così bene che vorrei che fosse mio zio.

Gerry fa le battute che farebbe mio zio, ma le sue sono più divertenti e non cade mai nel volgare. E' buffo quando cerca di parlare di cose da giovani perchè a volte usa anche l'inglese scandendo ben bene la parola straniera. E' affascinante quando fa lo splendido con le signorotte di una certa età, soprattutto se sono di Pavia che a quanto pare è una città a lui molto cara. E' alla buona, uno a cui piace mangiare, bere e che ti immagini che la domenica vada a messa e sganci anche un bel centone al momento tanto temuto dell'offerta. Non l'ho mai visto fare il provolone con una letterina (e dire che di puttanelle ne son passate) ed è una persona che ti mette a tuo agio, anche quando sbagli la domanda da 100 euro e te ne vai a casa con le pive nel sacco. E' autoironico e se mi consigliasse un ristorante io ci andrei. Non ha mai fatto colpi di testa, non l'hanno mai paparazzato, ha un'immagine pubblica impeccabile. Ha divorziato e nessuno lo sa.
E' coinvolgente anche quando la fa pubblicità al riso che si chiama come lui e ai cellulari nokia parlando del suoi social network preferiti, mi domando ancora quali. A volte si passa una mano sulla fronte cercando un ciuffo che non ha più dai tempi del Festival bar 1986 ma va bene, e va anche bene che cerchi di imitare Celentano. Vanno bene i suoi denti piccoli, va bene che parli in dialetto, va bene la sit com in coppia.



L'unica cosa che non mi va giù è che prima del telegiornale proprio quando io metto in bocca la prima forchettata di pasta il suo accento milanese sprofonda in un: "E che Dio vi be-ne-di-ca!". Mio zio non lo direbbe.

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