martedì 16 agosto 2011

La grattatina

Ci sono alcuni che per me sono veri e propri misteri, e non sto parlando del perché comprarsi i jeans rotti sulle ginocchia e tutti lisi sul culo anziché un paio di normalissimi Lewis blu che diventano così consumati solo dopo 10 anni. Non sto nemmeno parlando di questa terribile moda dei colpi di sole sulle punte dei capelli lasciando la radice nera, ho sempre ipotizzato si trattasse di un tentativo di ritorno al colore naturale, in realtà, dal parrucchiere ho potuto notare come questa pratica del "rendimi donna delle pulizie" sia fortemente richiesta. Sto parlando invece del gesto maschile costante e mai criticato: la grattata ai coglioni. Ora, io posso capire che in quella zona, con il caldo, con le mutande, con l'attrito dei pantaloni, la situazione pruda, ma perché il rapido movimento di grattatina è così sdoganato? Ho visto chiunque farlo, quindi non venitemi a dire che è una cosa degli zarri che vogliono mettere in mostra il pacco, non parlatemi neppure di sabbia nel costume perché questa faccenda si svolge anche a dicembre con 2° gradi che ti scaldano le membra, e non voglio sentire nessun "Eh ma se prude!".
Quale tacita regola è stata siglata secoli orsono per cui se a me prude una chiappa devo sopportare il temibile prurito, fingere indifferenza e semmai, e dico SEMMAI, andare in bagno, mentre se al primo Luca di turno prude la zona x se la gratta selvaggiamente?
Abbiamo avuto la minigonna, abbiamo avuto il voto, abbiamo anche la possibilità di rifarci le tette in Brasile, perché sopportare tutto questo?


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