domenica 11 marzo 2012

Agnese

L'altra sera sono andata a cena in un'enoteca. A fine serata Agnese si è avvicinata nei suoi 120 cm e mi ha chiesto di disegnare sul menù gli amici seduti al tavolo con me. Il primo non ha destato problemi, il secondo era su uno sgabello e il terzo era vestito da ballerina, con le braccia fatte di nuvole e "A lui ci metto i denti". Mentre bevevo il caffè poi mi ha dedicato alcuni brani del suo repertorio. L'inizio è stato uno scontato, ma mai banale, remix di Lady Gaga, seguito da un monologo-filastrocca molto corporale e veloce (nel quale ha tentato di coinvolgermi), infine, tra una risata isterica e l'altra mi ha proposto una rivisitazione di "Au se te pego". Quando le ho detto "Sai cosa significa Au se te pego?" mi ha risposto "Ti ammazzo". Non è finita qua, terminata la hit, ha proseguito cantando in esperanto una sua composizione, ritmicamente ben costruita, il cui ritornello era, se non erro, "Sandasghen". Durante questa improvvisazione lampo si è distratta: in strada stava transitando un camion della nettezza urbana. L'ha guardato, mi ha guardato e mi ha detto "Lì dentro è pieno di bambini", ma non è bastato questo a gelarmi il sangue. Ripreso il suo piccolo teatrino è entrato suo padre e seriamente le ha detto "Agnese, però fallo bene, non devi ridere". Uscendo ho pensato che Agnese, in tutti i suoi 9 anni e mezzo, sia la persona più inquietante che conosca.


1 commento:

  1. beh allora?si dorme qui??daaai,nemmeno un piccolo post??

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